
Estinzioni - Museo Preistorico di Halle
Nel 2017, intrattenendo rapporti di collaborazione col Museo di Storia Naturale di Firenze, abbiamo ricevuto la richiesta di provvedere al trasferimento, mediato da tecnologie di scansione 3D, di uno dei più rappresentativi fossili ivi conservati: lo scheletro incompleto di Oreopithecus bambolii, una piccola scimmia antropomorfa vissuta circa 8,5 milioni di anni fa, nel Miocenee rinvenuto nel 1871 dal professor Igino Cocchi presso le miniere di lignite di Montebamboli, borgata grossetana di Massa Marittima.
Il reperto, studiato tra gli altri da Cocchi e Paul Gervais e importantissimo dal punto di vista storico e paleontologico, si presenta suddiviso in numerosi frammenti, parzialmente ricostruiti (come nel caso del cranio) e tenuti in posa da alcuni supporti in metallo.
La scansione 3D è stata effettuata in loco con tecniche miste di fotogrammetria e con l’ausilio di uno scanner a luce strutturata. Complicata dall’alto numero dei pezzi presenti (circa 60), la scansione ha permesso di rilevare ogni superficie del fossile quasi senza manipolarlo, garantendo qualità dell’immagine 3D e l’alto livello di dettaglio richiesto dal committente.
I modelli così generati sono stati postprodotti e preparati per la stampa 3D, effettuata con due differenti tecnologie in nostro possesso: DLP (Digital Light Processing), processo di polimerizzazione di una resina grazie alla luce di un proiettore, per i particolari più piccoli (come ad esempio la mano e alcune vertebre) e SLA (StereoLithography), processo di polimerizzazione di una resina grazie alla luce di un laser, per le parti più grandi (cranio e ossa lunghe).
Una volta stampati in 3D tutti i pezzi che compongono il reperto, illustratori naturalistici esperti di disegno dal vero hanno provveduto a rifinire e decorare la resina delle stampe con colori identici a quelli reali, rendendo il modello difficilmente distinguibile dall’originale conservato presso il Museo.
























